Il restauro del dipinto dell' Assunzione

Restauratore: “Monastia delle Clarisse S.A.S.” di Rosario Columbro e Gerardo Santaguida

Data restauro: Nov 2022 – Feb 2023

Data presentazione alla comunità: 22 luglio 2023

 

Relazione storico-artistica: a cura di Mario Panarello, prof. dell’Accademia delle Belle Arti di Lecce, che ha attribuito l’opera al pittore e sacerdote calabrese Daniele Russo (Macchisi di Spezzano Piccolo (CS) 1650 – 1725). L’opera è databile intorno alla fine del XVII secolo. Sul numero speciale Anno XVI, 1° semestre 2023 della rivista Esperide (rivistaesperide.it) che raccoglie saggi sulla pittura, scultura e architettura calabrese, sono stati pubblicati gli studi del prof. Panariello sull’opera e sull’autore.

 

Assunzione Maria Vergine - Stemma

Sopra è riportato lo stemma che si trova in basso a sinistra del dipinto. Secondo il Panariello probabilmente appartiene alla famiglia Russo di Spezzano Piccolo (CS), la famiglia dell’artista che ha dipinto la tela.

Sotto lo stemma si leggono le iniziali:

V I D   O P

(Utroque Iure Doctor  Opus Pinxit)

 

 

(Nota: U.I.D o V.I.D o U.J.D sigla che indicava i dottori laureati in diritto civile o diritto canonico)

 Relazione Tecnica Lavori di Restauro Dipinto  Assunzione della Vergine Chiesa S.Maria del Popolo Belvedere Marittimo CS

Il procedimento è stato  realizzato dal Laboratorio di restauro Monastia delle Clarisse Restauri in Vibo Valentia dai Restauratori: Columbro Rosario – Santaguida Gerardo – Collaborat.  restauratore Mery Marra.    

 I lavori voluti e finanziati dal Ministero dei beni Culturali Mic , anno avuto lo scopo di ripristinare pianezza e regolarità alla superficie pittorica, mediante l’incollaggio della tela originale su una nuova, nonché di ristabilire tensione ed elasticità al supporto gravemente danneggiato.

Necessario è capire che   i pittori concepivano la tela come un supporto stabile e rigido, apprettato da collanti e dall’applicazione degli strati preparatori al fine di renderlo quasi autoportante. Questo viene anche confermato dalla struttura fissa in cui erano realizzati i telai lignei, intesi come elementi perimetrali d’irrigidimento e non come meccanismi di tensione (anche il telaio originale del dipinto oggetto del nostro intervento era rigido con la tela inchiodata e tesa in oltre sottoposto a precedenti operazioni di rinforzo strutturale nei primi periodi del novecento con assi di legno e chiodi)

L’intervento conservativo ha quindi profondamente trasformato l’opera da un punto di vista prettamente strutturale. L’operazione di foderatura è così divenuta elemento integrante del dipinto stesso, modificando in gran parte le funzioni strutturali di tensione tra telaio, tela di rinfodero e tela dipinta. Una procedura assai complessa per via delle grandi dimensioni del dipinto forse da ritenersi tra i più grandi della Calabria, ma necessaria alla conservazione dell’opera.

Fig.1, Dipinto su tela raffigurante Assunzione della Vergine altare maggiore Chiesa Santa Maria del Popolo Belvedere Marittimo CS

Il presente intervento è volto a descrivere le diverse fasi di restauro del dipinto realizzato Autore meridionale databile attorno 1600 raffigurante l’Assunzione della Vergine ,  collocata sull’Altare maggiore all’ interno della grande cornice in legno dipinto e  decorato   nella Chiesa di Santa Maria del Popolo in Belvedere Marittimo CS. L’olio su tela  è di notevoli dimensioni , raggiungendo le misure di circa 3 m x 4 m.

Nonostante l’ultimo restauro eseguito sul dipinto risalisse alla seconda metà del novecento purtroppo non documentato se trova prova dalle numerose   vecchie riparazioni del supporto specie nella zona centrale della tela dove si trovavano il maggior numero di toppe applicate in modo verticale con colle fenoliche di difficile rimozione .  l’opera sul   retro   presentava quindi danneggiamenti causati dai ripetuti attacchi biologici, tagli e strappi in oltre un notevole sfilacciamento delle fibre tra trama e ordito del supporto causato dallo strofinio de dipinto sulle numerose assi in legno poste in modo verticale e longitudinale a rinforzo del telaio  ,  da un’indagine visiva del fronte, invece, la superficie pittorica presentava lacerazioni, deformazioni  e lacune di varie entità

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Fasi di smontaggio del dipinto dalla grande cornice mediante la rimozione delle cornici laterali al fine di estrarre il dipinto dalla grande cornice

Particolare del retro del dipinto dove si evidenziano i diversi interventi di rinforzo strutturale del telaio mediante l’applicazione di assi in legno di diversa specie ancorato al telaio originale tramite chiodi in oltre si evidenziano applicazioni di grandi toppe mediante uso di colle di tipo viniliche  per tanto visti i materiali utilizzati  si conferma una precedente manutenzione del dipinto databile alla prima metà del 900.

Dopo la rimozione delle parti in legno non coeve al telaio originale sono state effettuate le operazioni di rimozione dello sporco incoerente tramite aspiratori e pennelli per permettere la successiva operazione di   velinatura.

Il quadro è stato interamente velinato con carta giapponese incollata con colletta animale  per proteggere la pellicola pittorica durante le fasi di restauro, quindi schiodato dal telaio e posto su un piano con il retro rivolto verso l’alto.

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Particolare delle fasi di velinatura effettuate sul posto.

Particolare  posizionamento del dipinto dopo la rimozione del telaio posto su di un piano col retro verso l’alto e sottoposto ad una serie di indagini al microscopio elettronico per uno studio del supporto prima della rimozione delle toppe e della pulitura tergale.

Particolare della schiodatura del dipinto dal telaio dove sono state dove si mette in evidenza l’utilizzo delle spine di rosa per la chiodatura originaria della tela sul telaio.

Particolare fotografico dove si esamina al microscopio elettronico lo stato conservativo delle fibre tessili del supporto.

Dallo studio dei materiali costitutivi effettuato al microscopio elettronico è risultato che l’artista  nella preparazione  del supporto ha utilizzato una stesura di terre brune la quale viene ben documentata nelle parti analizzate sia da tergo che da verso del dipinto in queste sezioni infatti possiamo identificare la colorazione della preparazione scura dal retro (tergo) nella Figura 1 e la preparazione nel Craquelure fenomeno che si presenta come un fitto reticolo di screpolature sulla superfice del dipinto (verso) Figura 2.

Fig. 1

Preparazione scura tra la trama della tela (Tergo)

Fig. 2

Particolare delle screpolature su  rossi  (Verso)

Fig. 3

Fig. 4

Particolare della screpolatura all’interno della quale è bene visibile la preparazione bruna, esami effettuati su campioni diversi di pigmento pigmenti  (campione 2 Rosso – campione 3 ocra – campione 4 bianco)

A questo punto si è resa necessaria l’asportazione delle vecchie toppe al fine effettuare un corretto risanamento del supporto Il quale presentava diverse problematiche (Tagli – buchi – strappi – sfilacciamenti – rosure, ecc.) specie nella parte centrale ed in posizione verticale tanto da poter ipotizzare che il dipinto in tempi passati potrebbe essere stato piegato su se stesso in due meta visto la regolarità delle zone di degrado che si concentravano in modo verticale lungo la metà del dipinto. 

Particolare dell’area maggiormente interessata da fenomeni di degrado 

Si è quindi deciso, prima di procedere con le fasi rimozione delle toppe  per poi  risarcire le lacune presenti sul dipinto. A tal scopo abbiamo preparato degli innesti di tessuto, con tramatura quanto più simile a quella originale, fissandoli con adesivo per sigillatura a caldo (Beva 371) sciolto ed attivato con termocauterio.

Particolari delle fasi di rimozione delle toppe e della pulitura tergale.  

Particolari fotografici  delle fasi di risanamento del supporto (Tergo) 

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Come da metodologia consolidata nel tempo, la tela di rinforzo è stata preparata su  telaio interinale in legno ad incastro di dimensioni maggiori rispetto a quelle del quadro, bagnata per snervarla e nuovamente tensionata. Stesa la colla di pasta sul retro del dipinto, si è adagiata la tela di rifodero e con un pressoio si è fatta penetrare la colla tra le fibre della patta di lino. A questo punto la colla è stata lasciata asciugare per almeno due ore, dopodiché il dipinto è stato stirato sia sul fronte, previa bagnatura con spugna, che sul retro, per favorire la solidarizzazione degli strati e la distensione della superficie per azione del calore e della pressione.

Dopo qualche giorno il quadro è stato svelinato, dapprima inumidendo la carta millerighe con acqua fredda per far rigonfiare la colletta, poi con acqua molto calda per farla sciogliere completamente, ed infine tutta la superficie è stata lavata con acqua per rimuovere i residui di colla.

Fig.7, Realizzazione del telaio interinale con tensionamento su di esso della tela di rifoderatura

Fig. 8, Fasi di foderatura

Fig. 9, Svelinatura della superficie pittorica

Il nuovo telaio è stato realizzato in legno di abete con incastri a denti e sistema di espansione tramite bloccaggio a cunei in legno di rovere . lungo il perimetro del telaio è stato applicato un torello in legno al fine tenere distanziata la tela dal telaio di modo che nel tempo non si vengano a creare segni e conseguenti disturbi estetici dovuti ad uno strofinio del telaio sul supporto per tanto il telaio non viene concepito come un telaio fisso che blocca il dipinto ma come una vera e propia macchina di tensionamento che collabora col dipinto e lo accompagna in tutti quei movimenti che i materiali possono avere nel continuo adattarsi alle condizioni igrometriche dell’ambiente.

Particolare della realizzazione del telaio ad espansione 

Terminate le operazioni di montaggio del dipinto sul nuovo telaio , sono iniziati gli interventi di restauro estetico. Pulitura della superfice rimozioni di vecchi restauri su toppe applicate sulla  superfice pittorica , stuccatura delle lacune ed integrazione pittorica (Tutti i solventi utilizzati sono stati formulati con sitema Taco).

Come base per la successiva reintegrazione pittorica sono state eseguite le stuccature delle mancanze curando con particolare attenzione l’andamento della superficie per raccordarle in modo continuo al pacchetto pittorico limitrofo. Lo stucco è stato preparato con gesso di Bologna mescolato colla di coniglio. gli eccessi sono stati rimossi mediante l’uso di bisturi e  tamponcini imbevuti con acqua demineralizzata

L’ultima fase riguarda il restauro pittorico delle stuccature e dei precedenti restauri alterati dalle operazioni sopra descritte. La reintegrazione delle parti mancanti è stata realizzata cercando di garantire la lettura completa dell’opera attraverso un restauro pittorico eseguito con tecniche miste (Rigatinoe Puntinato) utilizzando pigmenti per restauro Winsor&Newton®,  in conclusione, per fissare i ritocchi e proteggere il dipinto è stata applicata a pennello una vernice finale opaca della Winsor&Newton®, scelta per la sua reversibilità, trasparenza, elasticità e scarso ingiallimento nel tempo.

Particolari delle integrazioni pittoriche 

La grande cornice lignea è stata interessata da  interventi di pulitura dello sporco incoerente (di recente deposito) e sporco coerente (sporco inspessito e di  difficile rimozione ) si e passato quindi alle operazioni di disinfestazione a mezzo di applicazione a pennello di Permetrina al 70% per poi essere sigillato con telo in PVC e nastri in alluminio per un periodo di 30 giorni al fine di produrre il massimo effetto antiparassitario.   Sono   seguite le operazioni di pulitura chimica del legno dipinto e delle dorature ,stuccature e piccole ricostruzioni di parti delle modanature mancanti quindi applicazione di consolidante (Paraloyd) dove necessario in fine stesura di gommalacca decerata protettiva e cera d’api.

Particolari di fasi delle operazioni esguite sulla cornice